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Il respiro dell’estate e il sorgere della vita

Il respiro dell’estate e il sorgere della vita

21 Giugno 2024

di Demeter Italia

L’estate è il periodo di massima espansione della terra, polare rispetto alla contrazione dell’inverno. Sia la natura che l’essere umano rispondono a questi cambiamenti cosmici che, attraverso le settimane e i mesi, modificano l’andamento di stagioni e ritmi nel corso di tutto l’arco dell’anno. Il 21 giugno, solstizio d’estate, e il 24 giugno, il giorno di San Giovanni, corrispondono al massimo momento di espansione e di luce, dopo i quali le giornate impercettibilmente cominciano ad accorciarsi. Per contro, invece, dopo il solstizio d’inverno e il Natale le giornate cominciano ad allungarsi, come se nella natura la luce tirasse fuori pian piano dalla terra le piante che germogliano e fioriscono per effetto del suo richiamo. Qualcosa di simile avviene anche nella nostra anima che lentamente riemerge dall’atmosfera del Natale, uno spazio in cui ogni anno l’io dell’uomo ricorda di essere nato una prima volta e, ritornandovi, di continuare a crescere. Si potrebbe dire che con l’esclamazione “buon natale!” sia contemplato l’augurio che l’io del nostro prossimo sia cresciuto diventando più cosciente.

Tutto questo, però, avviene nel buio invernale che progressivamente si allarga in questo spazio animico fino a San Giovanni, periodo in cui l’io si abbandona nello spazio, nel cosmo. 

In qualche modo la forza del sole nei mesi tra l’inverno e l’estate attira tutte le parti costitutive dell’essere umano, quindi prima il pensare, poi il sentire, poi ancora il volere, e infine l’io, fino a che l’essere umano si fonde un po’ con il cosmo. 

Così per l’essere umano possiamo parlare di sviluppo, mentre per piante e animali possiamo parlare di crescita. Essi, infatti, hanno un diverso rapporto con la luce e il calore, vi dipendono in modo molto più diretto. La pianta cresce grazie al sole, e l’animale risponde in modo organico alle forze di luce e calore, come ben esemplificato dalle specie che vanno in letargo.

Copyright: Simone Helmle

LA BELLEZZA SI MANIFESTA AL MONDO

L’uomo, invece, risponde in maniera animico spirituale agli impulsi di luce e di calore, tant’è che la nostra anima, e il nostro io, vanno in questo spazio cosmico dove un po’ si perdono. Siamo tutti un po’ più confusi e storditi anche per via dei profumi e del sorgere della vita, che già in primavera comincia a confondere. Non a caso patologie che a volte sono incubate nel corpo esplodono a primavera, come il “raffreddore da fieno” e altre allergie. A San Giovanni è come se la nostra parte spirituale, potendo liberare le forze divine e vitali dell’anima grazie alla bellezza che ora si manifesta nel mondo, si librasse in un volo cosmico per poi abbandonarsi e ritrovarsi, piena di fiducia, nella luce e nel calore del mondo. E queste forze vitali, eteriche le abbiamo in comune con piante e animali, costituendo quel corpo di vita che ci differenzia dal regno minerale. Sono le forze vitali della natura, così ben frequentate dall’agricoltura biodinamica, e sono le stesse forze del nostro corpo eterico. Quindi la bellezza che in questo periodo splende nel mondo rende possibile una risonanza tra le forze di vita dell’uomo e il Cosmo, in un abbandono al calore che prelude ad un fiducioso ritrovamento. È a San Giovanni che si bruciano i falò, metafora di un ego legato alla dimensione luciferica, quindi di luce per se stessi, che dobbiamo ora a lasciarci dietro, e non di vero amore disinteressato e genuinamente cristiano per l’altro. Lasciamo questa parte in quanto è come se il Cosmo ci invitasse a farlo, non essendo ancora maturi per trovare con le nostre forze la via dello sviluppo e dell’evoluzione. Noi siamo tutti infatti intrisi di elementi egoici, luciferici, di elementi della personalità. L’abbandono nel calore estivo è come se consentisse di bruciare questa parte luciferica della coscienza. 

D’ESTATE LA RICONNESSIONE COL COSMO

Sperimentiamo così un movimento di riconnessione col Cosmo carico di fiducia, grazie alla consapevolezza che siamo parte di un tutto da cui deriviamo, e col quale torniamo a unirci in un costante processo di evoluzione e di sviluppo. Un cammino che abbraccia anche noi come esseri che fanno parte di un Creato, di un disegno che non è nostro, ma è anche per noi, e con noi. Questa connessione propriamente estiva si perde man mano che si avvicina il periodo di San Michele, quando cominciamo a contrarci e a staccarci, fino a che nell’oscurità dell’inverno potremmo, qualora siano state ben coltivate nella nostra anima, riprendere queste forze e far risplendere l’impulso di autocoscienza.

Nell’immagine tipicamente di San Giovanni del nostro io che supera e domina le forze egoiche luciferiche, dell’io sempre meno dipendente nella personalità e sempre più connesso col tutto, possiamo anche riconoscere da un punto di vista spirituale il messaggio cristico, di cui ognuno di noi è portatore, della profonda unione che vive tra ogni essere umano e tutto il Creato. Un percorso anche di conoscenza, di evoluzione del divino che noi siamo chiamati a cogliere, a maggior ragione in questo periodo dell’anno con il riferimento all’aspetto vitale, al corpo eterico, alle forze di vita. Un periodo appunto in cui ci espandiamo fuori di noi e, carichi di fiducia e positività, ci dilatiamo e possiamo percepire il mondo intriso da un sentimento di felicità, proprio perché avvertiamo di farne parte anche noi e non, al contrario, di essene separati, perdendo il senso delle cose e casomai sentendoci anche isolati e soli. È come se la luce e il calore del sole portassero forze e vita che si esprimono appunto in gioia e senso di appartenenza, come se anche animicamente potessimo andare in vacanza. Grazie alla fiducia di poter superare noi stessi, cioè di stare in un movimento sapendo che lì vi è qualcosa che ci riguarda, come se una sottile percezione, che va coltivata, dicesse “bussate e vi sarà aperto, chiedete e vi sarà dato”. Non vi è nulla di scontato, non vi è garanzia di trovare qualcosa al cento per cento, però se apriamo qualcosa arriverà. 

LA COSTRUZIONE DELL’IO

E la potenza che crea nell’anima questo anelito, questa tensione è l’io, che si è rafforzato grazie alla connessione cosmica estiva, diventando un elemento che può governare l’anima, che la può indirizzare, che può illuminare impulsi di cui spesso non siamo consapevoli, e che spesso ci “tradiscono”, o comportamenti che viviamo automaticamente senza rendercene conto. Quante persone intorno a noi, quanto noi stessi, siamo preda di istinti e di movimenti interiori di cui non ci rendiamo minimamente conto? Quanto spesso l’essere umano in oscurità e desolazione animiche oggi si sente solo, debole, preda di istinti bassi, elementari, materialistici? Vivendo un buon San Giovanni siamo in grado di infiammare le forze divine che sono dentro di noi, ma che, come la bella addormentata nel bosco, dormono se il principe non le sveglia. Il principe è l’io, si tratta delle nozze mistiche, quelle che si dicono tra lo spirito e l’anima. Le forze sono lì ma vanno risvegliate dal continuo lavoro dell’io che, respirando con il cosmo, può arricchirsi, può raccogliere frutti importanti per il suo sviluppo. E noi siamo sulla terra per sviluppare il nostro io, la terra è oggi la scuola dell’io. E tutto ciò che abbiamo costruito, il nostro lavoro, la famiglia, tutta l’opera umana qui, sulla terra, è semplicemente la palestra in cui l’io comincia a lavorare, a diventare consapevole, a essere connesso alle forze che stanno nell’anima umana. Questo è il senso dell’infiammare le forze divine della nostra anima con la luce dell’io a San Giovanni, questo è il retto agire dell’anima umana.

IL CICLO DELLA CREAZIONE

Il ciclo cosmico di espansione e contrazione tra San Giovanni e Natale vive poi in tanti altri ritmi che compongono l’armonia della creazione, l’alternanza del giorno e della notte, le diastole e sistole del nostro respiro e via dicendo, che in scala diversa e con battiti propri accompagnano quello cosmico, dove possiamo rintracciare l’antichissimo senso dell’evoluzione del nostro io, presente nel culto dei cicli del susseguirsi del tempo che sempre si sono tramandati sulla terra. Archetipicamente ci auguriamo un buon San Giovanni intendendo che quest’anno vi ha potuto bruciare qualcosa di più del nostro ego, che sia diventato un po’ più io in questa metamorfosi di luce e calore. E così, passo dopo passo, anno dopo anno, in un continuo processo artistico di creazione con i processi vitali, insieme al nostro prossimo. È così che dobbiamo portare le forze divine della nostra vita, il nostro corpo eterico, corpo vitale. In estate si abbandona per rigenerarsi e trovare energia nel cosmo, diventando co-creatore di quello che facciamo qui sulla terra, di ciò che compiamo insieme agli altri e per gli altri.

Il respiro dell’estate e il sorgere della vita
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